RENATO FORESTI (1900-1973)
Renato Foresti nacque a Napoli nel 1900. Fin da piccolo dimostrò una forte inclinazione verso il disegno e già nelle sue prime manifestazioni “artistiche” infantili si può riconoscere una sicurezza di tratto che, se non ci fosse specificata la data, sarebbe difficilmente attribuibile ad un ragazzo di 10-12 anni. Tuttavia, l’ambiente piccolo borghese al quale apparteneva non era il più adatto a favorire un eventuale percorso artistico e la famiglia lo indirizzò prematuramente a studi che lo avrebbero successivamente portato ad una laurea in ingegneria.

Allo scoppio della prima guerra mondiale come tanti ragazzi della sua età fu impaziente di dare il suo contributo e a 17 anni ebbe finalmente il permesso di partire volontario. Al suo ritorno si iscrisse come previsto alla Regia Scuola di Ingegneria. Non aveva però dimenticato la pittura e contemporaneamente, oltre ai corsi serali dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, frequentò lo studio di Giambattista De Curtis e poi quello di Alfredo Mahieux, suo lontano parente, ed espose per la prima volta a Napoli nel 1920 alla Mostra Nazionale dei Grigio Verdi che raccolse le opere degli artisti reduci dalla Prima Guerra Mondiale. Ma come tutti quelli che avevano avuto la fortuna di tornare a casa portava addosso i segni della guerra, non solo fisicamente (una lesione al timpano gli aveva parzialmente compromesso l’udito) ma anche psicologicamente. Ebbe un esaurimento nervoso così forte che i medici gli consigliarono di abbandonare sia gli studi che la pittura. Invece studiò lo stesso, all’inizio di nascosto ai genitori, e si laureò nel 1927. Inutile dire che continuò anche a dipingere.
Dopo alcuni lavori saltuari si trasferì a Roma dove nel 1929 fu assunto dalla Romana Gas, e nel 1943 fu trasferito a Firenze come Direttore Tecnico della Toscana Gas. Nel periodo trascorso a Roma gli impegni di lavoro lo portarono a trascurare la pittura ma continuò a frequentare gli ambienti artistici, con particolare riferimento al salotto dell’Ingegner Natale, noto collezionista d’arte, intorno al quale gravitavano artisti che sarebbero poi diventati famosi come Guttuso, Mafai, Ziveri e Melli. E fu proprio Roberto Melli che nel 1939 lo spronò a riprendere in mano i pennelli.
Dunque è sostanzialmente un autodidatta. Da autodidatta ha tuttavia condotto un suo percorso personale che lo ha portato ad affinare il suo stile attraverso diverse fasi che in un qualche modo hanno anche rispecchiato le diverse fasi della sua vita. Così, mentre la sua formazione professionale lo ha portato a dirigere un complesso industriale con un rigore che era tipico del suo carattere, Egli ha poi cercato di addolcire la freddezza delle strutture che lo circondavano attraverso la loro rappresentazione grafica, riuscendo spesso a cogliere il legame stretto tra uomo e macchina. Questo filone di pittura si à concretizzato in una mostra personale tenuta a Firenze nel 1950 alla casa di Dante sul tema “L’Industria nella pittura”.
Oltre a questi temi, l’attenzione va rivolta anche agli autoritratti ed ai ritratti (molti dei quali eseguiti su commissione) nei quali in pochi tratti riesce a cogliere le caratteristiche peculiari, e addirittura il carattere delle persone, come si può apprezzare specialmente nei ritratti femminili. E ancora vanno citato le nature morte, sempre soffuse da una sottile dolcezza e da una vena nostalgica che meglio rappresentano i tratti peculiari del suo carattere. Una nota personalissima che solo chi lo ha visto dipingere può sapere: Renato Foresti “vedeva” sulla tela ancora vergine l’opera già finita e di conseguenza non aveva necessità di tracciare un disegno preventivo. Semplicemente impugnava la tavolozza e dopo pochissime pennellate già cominciava ad emergere il quadro nella sua forma definitiva
Questo per quanto riguarda la sua pittura. I disegni parlano da sé nella loro immediatezza. Di nuovo la capacità di “vedere” il soggetto sulla carta ancora bianca gli permetteva di coglierlo con poche linee leggere o, al contrario, utilizzando una sua personalissima tecnica di chiaroscuro, gli permetteva di tracciare con la penna stilografica quelli che inizialmente sembravano scarabocchi ma che poi si trasformavano in disegni finiti di grande rilievo.
Ancora alla Casa di Dante tenne una seconda mostra nel 1953, ed alla Saletta del Disegno “La Torre” tenne una mostra di disegni nel 1955. Poi nel 1958 espose, su invito del presidente Giovanni Colacicchi, all’Accademia delle Arti del Disegno. Di pari passo partecipò a numerose mostre collettive.
La sua voglia di esprimersi non si esauriva nella pittura, ma anche attraverso gli scritti. Anche in questo caso in duplice veste. Accanto ad articoli prettamente tecnici riguardanti l’industria di produzione del gas pubblicati su riviste specializzate, rimangono molti articoli, sempre di carattere tecnico ma più divulgativi, pubblicati sul Bollettino degli Ingegneri di cui per un periodo è stato Direttore. Da segnalare un articolo riguardante la percezione del colore che coniuga le conoscenze scientifiche con quelle artistiche. Ed ancora, di carattere più letterario, rimangono una quarantina di brevi novelle, una raccolta delle quali è stata pubblicata nel marzo 2019 : era una buona penna e soprattutto negli scritti di carattere autobiografico riusciva a rendere vivo il mondo ormai scomparso della sua giovinezza.
Renato Foresti ha attivamente frequentato gli ambienti artistici fiorentini fino a quando la sua salute glielo ha permesso. Purtroppo già a 53 anni era stato colpito da un primo infarto che aveva segnato l’inizio di una patologia cardiaca che si sarebbe progressivamente aggravata fino ad essere definitivamente compromessa da un infarto molto grave nel 1961 e, psicologicamente, dalla morte improvvisa della moglie Giannina Fabi, avvenuta nel 1963. Da questo momento cominciò a defilarsi e, sebbene abbia continuato a dipingere fino alla fine partecipando a diverse mostre collettive, non si è più sentito di affrontare lo stress di mostre personali. L’unica altra personale è stata la mostra postuma che i figli Luciana, Paolo e Maria Luisa gli hanno dedicato alla sua morte avvenuta nel 1973.
Nonostante tutto, la sua produzione artistica è stata abbondante ed oggi sue opere si trovano presso importanti Società ed in collezioni private ed alcune riproduzioni sono state pubblicate in riviste letterarie ed artistiche italiane ed estere. Le numerose recensioni delle sue mostre pubblicate sui giornali dell’epoca ne attestano il valore artistico e l’annuario degli Artisti Toscani del 1954-55 gli ha dedicato due pagine con riproduzioni. Nel 1959 il Comune di Firenze acquistò un suo quadro raffigurante il pittore Piero Bernardini per destinarlo alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.
Nel 2019 il suo quadro “Lavoro al Trapano” è stato acquisito dall’Accademia delle Arti del Disegno , e due quadri (“Scuola di Pittura” e “Autoritratto ’62“) sono stati acquisiti dalle Gallerie degli Uffizi.
Si è spento nel 1973 e per suo desiderio è stato sepolto vicino alla moglie Giannina nella tomba della famiglia Fabi a Bagnoregio (VT).
Mostre personali
- Roma, Galleria delle Terme, 1943
- Mostra Casa di Dante 1950
- Firenze, Casa di Dante, 1953
- Firenze, Saletta del disegno “La Torre”, 1955
- Firenze, Accademia delle Arti del Disegno, 1958 (su invito)
- Firenze, Galleria Spinetti, 1973 (Mostra postuma inaugurata da Piero Bargellini)
- Firenze, Accademia delle Arti del Disegno, 2019.
Principali mostre collettive
- Mostra Regionale di Roma del 1942
- Mostra di Palazzo Strozzi – Firenze 1946
- Mostra Premio Firenze, 1947
- Mostra di Mezzo Secolo di Arte Toscana – Palazzo Strozzi 1951
- Mostra Nazionale di Trieste, 1952
- Mostra Internazionale della Fonderia, Firenze 1954
- Mostra di Lucca, 1954
- Mostra dell’Arno (Compagnia del Paiolo), Firenze 1955
- Mostra di Viareggio 1956
- Mostra di Livorno 1957
- Mostra di Vallombrosa 1958
- Mostra di Fiesole 1959
- Mostra Regionale Toscana, 1959
- Mostra Masaccio (San Giovanni Valdarno), 1962
- Mostra di Piazza Donatello (9 mostre dal 1951 al 1963)
- Mostra del Ritratto Contemporaneo, Firenze (7 mostre dal 1953 al 1962)
- Mostra internazionale della Caccia (2 mostre: 1960, 1964)
- Mostra di Massa (2 mostre: 1951, 1965)